Ci piace pensare alla nostra cantina come a uno scrigno, che racchiude saperi, sapori, esperienze e un’infinita passione per quello che facciamo. Tra queste mura, attraverso un lavoro costante e certosino, l’uva diventa nettare, e i nostri sogni si trasformano in realtà. In mezzo alle botti e alle anfore, poi, un piccolo angolo degustazione accoglie gli ospiti che vogliono assaggiare il frutto del nostro lavoro. Una cantina che è un laboratorio di emozioni. Dove nasce, giorno dopo giorno, qualcosa di assolutamente unico: il nostro vino.


LA BIODINAMICA

La coltivazione biodinamica è stata scelta fin dall’inizio come metodo agronomico di riferimento, con l’obiettivo di delineare nei nostri vini i tratti distintivi della qualità. Perchè la biodinamica è qualità, la costruisce attraverso un rapporto virtuoso tra suolo e pianta. Il suolo è un ecosistema dove convivono migliaia di diversi microrganismi, tutti implicati nel mantenimento della struttura biologica e nella conservazione della sostanza organica e dell’humus. Questa vitalità è il segreto stesso della qualità. La vite cresce nel miglior luogo possibile e di conseguenza si esprime al suo massimo, accumulando negli acini tutte le componenti che ritroveremo poi nel bicchiere. Per ottenere questo, lavoriamo con i preparati biodinamici di Carlo Noro e ci avvaliamo dell’esperienza del nostro enologo Michele Lorenzetti. I preparati, attraverso il loro corretto utilizzo, assicurano il mantenimento dell’organizzazione vitale del suolo e rappresentano la base del nostro percorso qualitativo. L’uva che nasce attraverso questa armoniosa relazione tra suolo e pianta avrà tutto quello che serve per fermentare correttamente e in maniera spontanea. In questo modo, quindi, i nostri vini non necessiteranno di nessun additivo, al netto di bassissime quantità di zolfo che mettiamo qualche settimana prima dell’imbottigliamento.


LE ANFORE E LE BOTTI

Unici nel nostro territorio, utilizziamo le anfore in terracotta per la Passerina e per alcuni tagli di Cesanese. Questi particolari contenitori ci assicurano una pronta evoluzione del vino, attraverso un eccellente rapporto dello stesso con l’ossigeno durante gli 8 mesi di permanenza nella terracotta. L’utilizzo delle anfore per il vino ha origini antichissime, e questo genere di recipiente rappresenta il primo contenitore in cui il vino sia stato prodotto, 8000 anni fa. Un legame con la storia che abbiamo voluto riprendere e portare avanti. Perché per guardare al futuro, bisogna sempre prima voltarsi all’indietro.

Alle botti di castagno autoctono di grande capacità, invece, abbiniamo il nostro miglior Cesanese. Il vino che produciamo deve avere i sapori e gli odori delle nostre terre, deve parlare di identità e tradizione. Le nostre migliori selezioni saranno così affinate, oltre che in anfora, anche nel castagno e nei cementi che ci assicurano il mantenimento chiaro e nitido delle caratteristiche di queste uve. Un sapiente mix di tecniche e materiali di affinamento: da qui nasce la nostra unicità.